Enzo Rossi-Roiss

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AD PERSONAM NASCITURA

(versificazione pour cause)

Disattiva il tasto pausa della tua struttura cognitiva.

Non arrenderti mai all’evidenza,

sia costantemente tua la missione di scoprire ,

nuove prospettive e profondità inesplorate.

Infiltra classificazioni fantasiose disomologanti,

tra le classificazioni già omologate:

idem per quanto riguarda gli insiemi matematici.

Non abbiano serrature le porte della tua mente,

siano le ante d’ingresso in un saloon.

Gli “Esercizi di stile” di Raimond Queneau sia il tuo livre de chevet,

se intratterrai rapporti ravvicinati e perversi con la scrittura.

Lo zoo del tuo immaginario abbia per attrazioni quadrupedi:

come l’Unicorno e gli Ircocervi provvisti di ali,

come Pegaso e gli Ippogipi, nomati anche Ippogrifi,

compreso il “Fiorebecco” creato dalla Rowling

per le gesta e le opinioni del maghetto “Harry Potter “.

Sia una grande giostra ruotante la tua mente.

Vagheggia la conquista di mondi fantastici

cavalcando l’immaginazione.

Supponi mentalmente che in ogni circostanza,

oltre ogni orizzonte, c’è un altro orizzonte.

Published by rossiroiss, on giugno 21st, 2016 at 12:01 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DEL POETA DIALETTALE SALENTINO ALFREDO MANGELI EDITATO IN PRIMIS NEL 1960/61 A NOVOLI/LECCE

Fino a prova contraria, come suol dirsi, Alfredo Mangeli è stato pubblicato e notiziato come poeta “in primis” nel 1960 e nel 1961 a Novoli, suo luogo natio, da me, giovane giornalista polimorfo, redattore de “La Tribuna del Salento”, collaboratore/cartapestologo de “La Zagaglia” e di altri media pugliesi, fondatore/editore e autore dei numeri unici “La Giuanna” (3 annate) e “Lu Puercu” (due annate), prima del mio trasferimento professionale e anagrafico definitivamente lontano dal territorio salentino. Siano considerati “Docenti” i  ritagli riprodotti e trascritti qui di seguito.

Quanti libri abbia, poi, scritto e pubblicato firmandomi Enzo Rossi-Ròiss, (commercializzati da Amazon ed eBay), compresi alcuni ebook, lo si può apprendere navigando nel web (dove risulto presente con siti, blog, social, gruppi FB , pagine – Cà Ròiss – Skype, Twitter), dopo aver letto la scheda che mi enciclopedizza in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Rossi_Roiss .

ALFREDO MANGELI

poeta in erba, una promessa per la poesia dialettale novolese

Non è facile scrivere in dialetto, per riuscirci bisogna rinunciare a scrivere, e soprattutto a pensare, in italiano; ma il Mangeli possiede, sebbene ancora in embrione, le qualità del poeta dialettale. Deve soltanto educarle al possesso delle immagini da tradurre in parole, libero dalla schiavitù della rima, attraverso lo studio dei maggiori poeti dialettali della nostra letteratura.

(Breve testo scritto per presentare quattro poesie intitolate: “Matina e sira”, “La Quaremma”, “La miseria”, “La saggezza te li turnisi”)

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In LA GIUANNA, anno secondo, 17 luglio 1960, numero unico di attualità e umorismo diretto e redatto da Enzo Rossi (futuro Ròiss), autore responsabile di ogni testo non firmato. Sedici pagine (cm. 35×25) con testi vari firmati anche (in ordine alfabetico): Gigi Carlino, Antonio Greco, Alfredo Mangeli, K. Mazzotta , Salvatore Mazzotta.

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Può mantenere le promesse

ALFREDO MAGELI

Alfredo Mangeli è nato nel 1932 a Novoli, dove attualmente risiede. Figlio di contadini, frequentò le prime tre classi delle scuole elementari. Ne interruppe la frequenza in seguito ad un atto di ribellione manifestato come protesta per le cure particolari che l’insegnante, quotidianamente, in classe, rivolgeva ad alcuni “figli di papà” abbondantemente privilegiati anche durante le interrogazioni. Lavorò “in campagna” perché la famiglia “aveva bisogno”. Nel 1948-49, saputo della istituzione di un corso di scuole serali in seno alle scuole elementari del luogo e nello stesso istituto, ritornò tra i banchi, riuscendo in breve a conseguire la “licenza elementare” con ottimi voti sulla pagella.Aveva 13 anni, iscritto all’Azione Cattolica ne frequentava i locali e gli iscritti. Molti frequentavano le scuole medie inferiori e superiori, parlavano dei loro studi, dei loro professori, dei compagni di scuola. La “licenza elementare” conseguita con tanto entusiasmo gli si rivelò insufficiente, insignificante. Scoprì di possedere una scarsa cultura, di conoscere male ciò che conosceva, di parlar male, e desiderò sapere di più per esprimere ciò che pensava, in parole “importanti”. Proprio così, in parole importanti. (Ancora oggi il Mangeli pronuncia in un modo che sa tanto di soddisfazione ambiziosa tutte quelle parole che, chi scrive per farsi capire anche dalla servetta, evita di proposito).Cominciò con lo spendere i pochi soldi che i genitori gli davano come “assegno domenicale”, in grammatiche sulle quali prese a studiare le regole del parlar corretto, e in libri di letteratura. Il libro “Cuore” del De Amicis fu il primo e lo ricorda con particolare affetto, anche perché la sua personalità si presta si presta ad ogni accostamento deamicisiano. “Le mie prigioni” di Silvio Pellico fu il secondo libro che lesse, rubando il tempo necessario al sonno e al lavoro.In casa gli dicevano: “Ma che te ne fai dei libri, è inutile che tu leggi e scrivi. Ormai la tua vita è la zappa”.
Foscolo, Capuana, Pirandello, Deledda, Pascoli, Leopardi. Li cita a caso come gli si avvicendano nella memoria mentre ne parla, furono sue letture preferite.

I contemporanei non mi piacciono”, dice. “Forse perché non li capisco”.Trilussa, Di Giacomo e Cardarelli li ha letti, non tutte le opere naturalmente. Anche di Saba e Ungaretti ha letto qualcosa, per curiosità.
Intraprese lo studio del latino da solo, studiò il francese, e un giorno decise di presentarsi agli esami per la “licenza media”. Li superò nelle due sessioni di giugno e settembre 1960, meno di un anno fa.

(Testo illustrato con una poesia inedita intitolata “Sistemazione”)

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In LA GIUANNA, anno terzo, 17 luglio 196I, numero unico di attualità, umorismo, notizie e varietà, direttore responsabile Antonio Spagnolo, condirettori Gino Spedicato e Paolo Guadagno, redattore capo Ròiss (autore di numerosi testi non firmati). Sedici pagine (cm. 35X25) con testi vari firmati anche (in ordine alfabetico): Gigetto De Matteis, Antonio Greco, Paolo Guadagno, Alfredo Mangeli, Tonio Pellegrino, Fernando Sebaste, Gino Spedicato, Elio Valentini.

Published by rossiroiss, on giugno 17th, 2016 at 10:16 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

AD PERSONAM…FICOFORA: con Annotazioni prefa-introdut-torie

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A Riga in Lettonia

Testo parzialmente editato in un e-book da I Antichi Editori Venezia

PREMESSA – Non scriverò alcuna “excusatio” presupponendo come destinatarie donne lettrici che mi disapprovano come autore della silloge webizzata col titolo “Ad personam ficofora” e dei libri intitolati “MagniFicaMente”, “Carmina Vulvae” e “Vulvaepistolarium”, commercializzati fuori catalogo da Amazon http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&search-alias=stripbooks&field-author=Enzo%20Rossi-R%C3%B2iss e dalle librerie del www.maremagnumlibrorum.com. Autore anche di altri libri, già e-book, intitolati: “Oh Tania…la tua fica calda!“, “Diaryoticus“, “Chatericcio erotico teatrale feisbukato“
Nel 1313 è nato il Boccaccio autore del “Decamerone” e del brano che trascrivo – condividendolo – qui di seguito. “Troverai talora pagine lascive, intrecciate ad altre di contenuto sacro: a far ciò m’indusse l’opportunità dell’esposizione. Non per questo avrai a tralasciare la lettura del libretto, o averlo in orrore; anzi, perseverando, come quando, entrando in un giardino, tendi le tue eburnee braccia al fiore, dopo aver scostato le spine, così rimosse le parti oscene, farai tesoro delle lodevoli”. (sic! nel “De mulieribus claris”, indirizzato a Andrea Acciaiuoli di Firenze, contessa di Altavilla).
Il 2013 è stato l’anno 700° della nascita dello stesso Boccaccio (morto nel 1375). Colto come occasione per scrivere del DECAMERONE e per illustrare il suo Autore come intellettuale dotato di competenze grafiche, confezionatore di libri, editor ante litteram, in dimestichezza con l’editing, copista manu propria e divulgatore di testi altrui. Scrivendo, quindi, del Boccaccio prosatore, umanista, copista, editore (anche disegnatore, forse): scrittore erotico esemplare ed erudito.

L’ebook edito da I Antichi Editori Venezia

ANNOTAZIONE (1) – Ogni innamoramento ha inizio nel momento in cui si percepisce come campo magnetico la fisicità di chi comincia ad attrarci: si manifesta inequivocabilmente allorché tale fisicità emette ultrasuoni che ci orientano, quando ci conduciamo là dove possiamo avvicinarla, e ci energica, quando la contattiamo come centralina elettrica. Ogni innamoramento è, perciò, costituito da sensazioni fisiologiche interne che il cervello di ognuno elabora in percezioni mentali: traducibili in parole, però, soltanto da chi intrattiene rapporti ravvicinati e fertili con la virtuosità scrittoria creativa, sia poetica sia narrativa.

ANNOTAZIONE (2) – “Ad personam ficofora” è il titolo di una silloge poetica d’autore unico costituita da messaggi ad personam, mirati e composti in forma di strofe autonome di sei versi liberi: composti rispettando un schema scrittòrio prestabilito, con inclusioni semantiche argute, invenzioni lessicali (”ficofora” in primis!) e citazioni erudite.
Ogni strofa risulta similmente strutturata e numerata progressivamente a prescindere dall’ordine di scrittura, come in un “Canzoniere” (docet quello numerato 1-365 dal Petrarca), perché l’autore ha inteso costituire e orchestrare, così, un sistema ritmico per la lettura ad alta voce con pause obbligate.

ANNOTAZIONE (3) – Trattasi dell’impacchettamento di messaggi che simulano composizioni poetiche costituite singolarmente da strofe di sei versi liberi, a futura memoria di un innamoramento suscitato da una ficofora, prima inconsapevolmente e poi alimentato consapevolmente tanto da approvarlo e condividerlo come differenza nella quotidianità del proprio vissuto sentimentale. Appartengono all’insieme delle composizioni intitolate “Ad personam ” che comprende anche strofe “ispirate” da altre ficofore referenti, variamente rappresentative di rapporti sessuoerotici presuntivamente sperimentati oppure vagheggiati dall’Autore. Le une e le altre stimolino chi legge a commentarle compiendo esercizi scrittòrii sostanziati da esami comparativi.

A Venezia nel Teatro La Fenice

ANNOTAZIONE (4) – Scrivo per creare immagini nella mente di chi mi legge, anche non corrispondenti alle immagini che de…scrivo.

ANNOTAZIONE (5) – Le mie strofe versificate Ad Personam Ficofora sono “funzione” del poeta: oppure sono “finzioni” di un versificatore pervaso da un incontenibile desiderio sessuale insoddisfatto?
Le mie strofe versificate Ad Personam Ficofora sono virtuosimi scrittòrii eseguiti per semantizzare cristallizzazione sthendaliana: oppure frammentazione di un discorso amoroso solipsisistico, narciso, autoreferenziale?
Perchè le mie strofe Ad Personam Ficofora sono ordinate in successione numerata simulando variazioni formali, ingabbiate autonomamente e singolarmente in sei versi ?
La Ficofora “referente privilegiata” di ognuna delle mie strofe è una donna esistente soltanto nel mondo virtuale: oppure è esistita o esiste svirtualizzata anche nel mio vissuto quotidiano?
Posso incontrare tale Ficofora soltanto sememizzandola (sia versificata, sia aepistolata, sia webizzata), nominata deambulante nei libri che ho letto e scaffalato nella mia residenza abituale, e nei libri che ho scritto: oppure posso anche incontrarla e godermela fisicamente, considerandola portatrice di un eccellente futuro emozionale incognito, tanto da farmi dire (con parole di Cummings)“…mi piace il brivido di te sotto me così nuova” durante ogni amplesso?

ANNOTAZIONE (6) – Medito la scrittura di una aepistola che contenga il frammento che segue.
“Quando ci saluteremo alla fine del nostro primo incontro vis a vis, nel giorno dei nostri primi abbracci con amplesso, se non ci separeremo pervasi dal desiderio di riabbracciarci e riorgasmarci prima possibile, per dare inizio alla evoluzione della dicotomia, fisicizzata vis a vis inizialmente abbigliata, in unità taoista (1+1=1), integralmente denudata e progressivamente sempre più unificata da abbracciamenti corrisposti e gratificanti, ci destineremo a divenire ricordo esperenziale irrilevante archiviabile”.

A Venezia nel Palazzo dello Istituto Veneto con affaccio sul Canal Grande

Published by rossiroiss, on giugno 5th, 2016 at 7:05 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati