Enzo Rossi-Roiss

blog


ANNOTAZIONI DI UN BIENNALOLOGO RUSPANTE & ITINERANTE

LA NUOVA,  Venezia 28 maggio 2013, pag.23

Tanta simil “Fabbrica” griffata United Benetton of Colors

nel Palazzo Enciclopedico bien-gioni-nalizzato a Venezia

La Biennale Arti Visive a Venezia sta ormai diventando una show-room per merce di lusso. Non è più vetrina ma shop. Ci siamo dentro tutti, è una china irreversibile”. Ipse dixit Germano Celant, critico e curatore/boss di fama internazionale.Poichè la Biennale Arti Visive a Venezia è divenuta un tutt’uno con le mostre collaterali (fieristiche) griffate “la Biennale” e con le esposizioni (esibizioni) concomitanti al traino, insediate fuori dai giardini e dall’Arsenale (autoaccreditate, autopromosse, autofinanziate, autoenfatizzate, automassmediatizzate, automercanteggiate).Poichè la Biennale Arti Visive a Venezia ha assunto le caratteristiche di un Carnevale caleidoscopico attivato e animato da una sempre più complessa e diffusa esibizione del potere economico applicato al mondo dell’arte.Poichè la Biennale Arti Visive a Venezia si propone come uno spettacolo circense internazionale: con protagonisti faccendieri (sia nostrani, sia foresti) omologhi di giocolieri, equilibristi, domatori, trapezisti, clown, fantasisti et similia in dimestichezza con l’inganno.Poichè la Biennale privilegia e propaganda sempre più l’attrazione ludica vetrinizzata e socializzante che prevale e prevarica.Poichè la Biennale Arti Visive a Venezia, possedendo l’esclusiva di un collante nomato Venezia, non può suscitare lo stesso richiamo come evento artistico a Istambul, oppure in ogni altro Altrove.
Per quanto mi riguarda disapprovo la quantità eccessiva di oggetti materiali, presuntivamente dotati di pertinenze estetiche e portatori di messaggi subliminali, esposti oppure installati nella Biennale 2013 plagiando l’arte vetrinistica della comunicazione creativa canonizzata dalla “Fabbrica” di Oliviero Toscano griffato United Benetton of Colors.


Ipse dixit Don Gianmatteo Caputo

La Biennale è vissuta come evento che attraversa la città e che i veneziani vivono solo di riflesso. Da qualche anno poi è più attenta a creare eventi che accendono facili polemiche piuttosto che all’arte in sé. Noi vogliamo invece spiegare quali sono i criteri di scelta dei progetti artistici che ospitiamo nei nostri spazi: l’intervento deve entrare in dialogo con la realtà che lo ospita, sia esso una chiesa consacrata o sconsacrata, oppure il Museo”.
Ipse dixit Don Gianmatteo Caputo (architetto), direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Venezia e direttore del Museo Diocesano, consulente/artefice della esemplare expo/installazione di Ai Weiwei nella chiesa Sant’Antonin (luogo dell’elefanticidio datato 1819), ideatore di un work shop intenzionato a illustrare e argomentare la multisensorialità della percezione sacra.


Istruzioni per l’uso di un Palazzo veneziano sfitto malmappato
come multispace espositivo durante i mesi della Biennale

Istruzioni su come darsi reddito a Venezia, durante i cinque mesi della Biennale (sia delle Arti Visive sia dell’Architettura), affittando e subaffittando proprietà immobiliari disabitate o disabitabili.

* Localizzare una proprietà immobiliare che abbia le caratteristiche di un palazzo interamente disabitato o disabitabile perchè malmappato o bisognoso di restauri, penalizzato dalla impossibilità di ottenere permessi per modificare il suo uso abitativo.
* Dotare tale palazzo d’impianti luminosi a norma, potenziandoli per la bisogna (ovviamente!).
* Subaffittarlo intitolato “Condominio dell’Arte”, ad artisti (anche della categoria Qualsiasi) disposti a darsi visibilità espositiva (autofinanziata), occupando ognuno un piano diverso oppure una sala personale, in concomitanza con l’evento Biennale (docet Maria Luisa Taddei, biennal-star motu-proprio full-time).

* Insediare in tale Palazzo, come expo condominiale blasonante, il padiglione di una Repubblica minore (Costa Rica, per es.) transnazionalizzandola con l’inclusione di opere d’artista italiano .

Il fotografo umbro Marco Agostinelli (bien-ba-nalizzato nel 2011 da Vittorio Sgarbi) e il critico d’arte Roberta Semeraro della Officina delle Zattere, hanno fatto ciò nel ruolo di agenti condominiatori del Palazzo Bonvicini nel sestiere Santa Croce, insediando condominiati in tale complesso edilizio malmesso e malmappato esposizioni eterogenee (sia personali, sia collettive) allestite con opere di: Fabrizio Campanella, Yves Hayat, Wilmer Herrison, Sebastiana Mauri, Esteban Piedra, Rita Pierangelo, Priscilla Monge, Celeste Network, Abdrea Saltini, Otton Solis, Cyntia Soto, Maria Luisa Taddei, Antonia Trevisan, Mario Vidor, Galleria Massimo De Luca di Mestre (14 autori), Bak & Bak (8 autori),Vajont (expo rievocativa del disastro datato 1983). Pour cause…ovviamente!

Per leggere altro pertinente, cliccare: http://www.rossiroiss.it/blog/?p=599


Christian Maretti Publisher con book shop in Calle de la Fenice
anziché con disegni firmati F. Bacon discriminati dai baconologi

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2784228.html

Nel Palazzo Enciclopedico della Biennale Arti Visive 2013 non risultano esposti i disegni firmati F. Bacon provenienti da Cristiano Ravarino, già esposti in una sala del Palazzo Zenobio durante la Biennale del 2009, accreditati soltanto dalla Francis Bacon Drawing Foundation dell’avvocato bolognese Umberto Guerini: una Fondazione misconosciuta dai baconologi d’antan. Non risultano esposti in alcun luogo veneziano, neanche nel bilocale con servizi e giardinetto antistante mappato San Marco 1957/A (Calle de la Fenice), deruolato anche come mini sede espositiva della Fondazione Valerio Riva, inequivocabilmente ben-biennal-usato come book shop veneziano da Christian Maretti Publisher di Cesena/Forlì, titolare del contratto d’affitto.


Una expo con ticket intitolata “Wunderkammer”
organizzata in concomitanza con la Biennale

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2784113.html

La Rond Point des Arts asbl di Bruxelles ha organizzato una esposizione a Venezia intitolata “Wunderkammer”, curatore Antonio Nardone, al traino della Biennale Arti Visive 2013, insediandola nel Palazzo Widmann, ingannevolmente comunicata “Allestita nel cuore della Serenissima, a pochi passi dal Ponte di Rialto e da Palazzo Grassi”, anziché nei pressi della Chiesa dei Miracoli, poco distante dall’Ospedale, sul percorso di chi si reca al battello che conduce al Cimitero e a Murano. Il pagamento di un ticket è obbligatorio per visitarla (dal 01 giugno al 29 settembre). Trattasi di una esposizione itinerante (già visitata nel Museo di Botanica a Bruxelles), allestita con opere di: Pascal Bernier, Wim Delvoye, Ulrike Bolenz, Jan Fabre, Roberto Kusterle, Alessandro Filippini, Jean-Luc Moerman, Marcello Carrà, Charley Case, Eric Croes, Laurence Delvaux, Olivia & Yves Dethier Droeshaut, Jacques Dujardin, Manuel Geerinck, Alexandra Mein Leyre,Vincent Solheid, Michel Mouffe, Bénédicte Van Caloen, Patrick Van Roy, Sofi Van Saltbommel, Isabelle Blanc, Stefano Bombardieri, Dani Danino e Ivan Piano.


Dopo l’Officina il Condominio Dell’Arte
durante la Biennale Arti Visive

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2784040.html

http://www.verbumlandianews.com/2013/06/enzo-rossi-roiss-dopo-lofficina-il.html

Dopo aver biennalizzato a Venezia nel 2013 i multi-spaces espositivi nomati Officina delle Zattere e Condominio dell’Arte, estromesso da Palazzo Zenobio, il fotografo umbro Marco Agostinelli medita di generare e biennalizzare in tempi brevi anche un Villaggio dell’Arte insediato su una delle isole lagunari meno o poco abitate, costituendolo con prefabbricati idonei ad ospitare ognuno l’esposizione personale autofinanziata di un artista straniero noto a se stesso, autorizzandolo a scrivere nel proprio cartoncino/invito: “durante la Mostra Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia” (come nel cartoncino/invito stampato per le expo condominiate nel Palazzo Bonvicini – Santa Croce 2126 – per la Biennale 2013). Roberta Serenari sarà disponibile come produttrice di testi critici duttili e indulgenti.
Per leggere altro, cliccare: http://www.rossiroiss.it/blog/?p=599

PaiviProArte Biennalizzata con ICASTICA a Perugia
deOPENnata ogni iniziativa lagunare lidense

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2783944.html

Paivi Hannele Tirkkonen, sconiugata De Grandis Arte Communication e sbiennalizzata a Venezia, si è biennalizzata a Perugia come general manager per le relazioni internazionali, collaborando alla organizzazione e realizzazione di ICASTICA, esposizione d’arte allestita con opere d’artisti vari, plurinsediata e fierizzata in 20 location dell’insieme urbano cittadino (dal 7 giugno al 1° settembre 2013), curatore municipalizzato Fabio Migliorati. Meritorio il suo attivismo per la partecipazione di artisti stranieri con casa e atelier in Finlandia, Giorgia, Estonia e in ogni Altrove approcciabile, foriera di ulteriore attività organizzativa griffata PaiviProArte, deOPENnata da ogni iniziativa lagunare lidense.

Published by rossiroiss, on giugno 4th, 2013 at 9:31 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati