Enzo Rossi-Roiss

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Biennalizzata a Venezia al di là dei confini della scatola l’architettura simulacro dell’artisticità stravagante

L’immaginario collettivo ha deambulato perplesso e sconcertato negli spazi dell’Arsenale e nei padiglioni dei Giardini, location della 11th Mostra Internazionale di Architettura 2008 (Venezia 14/9 – 23/11). Sconcertato dalle numerose installazioni realizzate dagli architetti espositori per rappresentare una architettura «oltre il costruire» (come nei desideri degli organizzatori), liberata dai confini della scatola e dai limiti delle pratiche costruttive consuete e omologate. Perplesso (anche) nel constatare le numerose somiglianze con ogni Mostra Internazionale di Arti Visive.È accaduto ciò perché gli architetti biennalizzati si sono posizionati con le loro creazioni talmente tanto oltre i confini del costruire, da sconfinare (consapevolmente o inconsapevolmente) negli ambiti estetici della creatività fluxus, video, body, povera e comportamentale. Fatta eccezione per i francesi e gli australiani (per es.), autori di un ricchissimo campionario lillipuziano, esibito nei loro padiglioni, di progetti architettonici per costruzioni tra le più stravaganti e disparate.La Biennale delle case irreali (Paolo Vagheggi) – La Biennale senza edifici – Ma l’architettura non è un’arte ornamentale (Vittorio Gregotti) – L’architetto cerca casa / Alla Biennale uno spazio senza star (Francesco Erbani): così hanno titolato alcuni prestigiosi giornali quotidiani. (Già postato in: www.iantichi.org)

Published by rossiroiss, on settembre 26th, 2008 at 3:05 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

PUBBLICATI DA “I ANTICHI EDITORI” A VENEZIA

I “POEMI DOPING” DI ENZO ROSSI-ROISS
SCRITTORE SETTANTENNE DIVERSAMENTE ANZIANO

(da “Il Ridotto” anno 2° n.13, settembre 2008)

copertina poemi

Ha le caratteristiche di un “Meridiano” Mondadori il libro edito da “I Antichi” a Venezia col titolo “Poemi Doping”. Ha tali caratteristiche perchè contiene in 350 pagine tutta l’opera poetica (edita e inedita) di un solo autore: Enzo Rossi-Ròiss nato nel 1937. Con testimonianze esegetiche di Autori Diversi, la gran parte noti ai lettori di testi poetici moderni e contemporanei. Tanto che alcuni meritano di essere citati (in ordine alfabetico); Vincenzo Accame, Elio Filippo Accrocca, Ercole Bellucci, Gianni Celati, Gualtiero De Santi, Joice Lussu, Eugenio Miccini, Luciano Nanni (anche Menetti), Roberto Roversi, Sarenco.
Il libro è sottotitolato “Canzoniere 1964-2007”, perchè l’Autore ha ordinato la sua scrittura poetica in versi trascorrendo il suo 70° anno: come Francesco Petrarca (1304-1374) che non riuscì a compierlo perchè morì un giorno prima. L’ordine di pubblicazione e lettura, però, non rispetta l’ordine di scrittura, poiché i vari testi risultano accorpati in “sezioni” (dieci) omologanti e monologanti.
Poichè  a quasi tutti i testi pubblicati si addice l’oralità dell’Autore, più che la “dicitura” degli attori di teatro, così come si addice l’esegesi di chi li ha concepiti, propedeutica a ogni esegesi professorale,una conversazione col Rossi-Ròiss,a questo punto, è quanto di meglio potevamo pensare di realizzare per i lettori de “Il Ridotto”.
I ANTICHI – Cominciamo dalla copertina aniconica e tricolore: perchè?

ROISS – Perchè è stata concepita come opera visuale, la cui decodificazione o deambiguazione è consentita soltanto a chi si predispone ad esaminare i suoi diversi liveli di significazione.
I ANTICHI – Che sarebbero…?
ROISS – I livelli di significazione risultano stratificati a cominciare dalla successione (sovrapposizione) delle tre parole tricolorizzate su fondo nero: ROISS (verde) POEMI (bianco) DOPING (rosso). Esaminando il primo livello di significazione si connota la nazionalità italiana dell’Autore e del suo linguaggio originario. Esaminando il secondo livello di significazione si  identifica la carica simbolica di ogni colore: NERO (l’ideologia referente dell’anarco-libertarismo), VERDE (il colore della candela verde che illumina il sapere patafisico), BIANCO ( le polverine stupefacenti), ROSSO (la passionalità espressiva). L’esame di altri livelli di significazione consente l’accesso ad altre aree metaforiche a chi dispone dei password sapiensiali idonei.
I ANTICHI – Il “Doping” del titolo significa scrittura stupefacente?
ROISS – Significa scrittura poetica assunta come medicinale per positivizzare il negativo, smascherare le ipocrisie, esaltare le stupefazioni, connotare gli innamoramenti, deridere l’esibizione di eccellenze soltanto presunte, stigmatizzare la mediocripositività conclamata, disdegnare la creatività episodica e l’artisticità domenicale…ecc.
I ANTICHI – La doppia significanza è diffusa in tutto il libro, l’allegoria e la metafora spadroneggiano quasi in ogni testo, la sentenziosità risulta ricorrente, qua e là profetizzi con disinvoltura: ironico, sarcastico, raffinatamente crudele, inequivocabilmente laico e agnostico. Ti riconosci come poeta e come persona in tutto ciò?
ROISS – Così come mi riconosco in tant’altro “dicibile” dopo aver letto i miei”Poemi Doping”.
I ANTICHI – Spiega ora la presenza nei tuoi testi di tante parole, alcune sprovviste di etimo cruscacclarato, irrintracciabili nel vocabolario: ibridi semantici, ircocervi linguistici, insiemi sfingici, fonemi chimerici, generati da accoppiamenti trasgressivi di notissime parole durante la tue orge creative.
ROISS – Lo spiego col dire, semplificando, che le concepisco per significare più compiutamente (o completamente) ciò che è nelle mie intenzioni poetiche. Facilitato dalle mie frequentazioni patafisiche , oltre che dalla conoscenza degli esercizi di stile scrittòrio “oulipienne” (OU.LI.PO).
I ANTICHI – Un glossarietto finale prima dell’indice, però, avrebbe ben figurato.
ROISS – E’ una buona idea. Suggerisco di esemplificarlo impaginando in un riquadro alcuni dei miei neosememi. Per es:carmepilogus, deufemismazione, ficofora,gidugliata, iconovulvata,lauramplessi,piedilavori,
postchiaraggiunta,tergiversificatori, ubunide,vulvaepistolata, vulvautorale, vulveide, vulvindex.

I ANTICHI – La sezione erotica del tuo libro s’impone per qualità e quantità dei testi. Tanto che puoi essere considerato e indicato come poeta plurivulvato confesso e documentato, inviso a ogni altro poeta monovulvato, avulvato, devulvato, sia poeta o no. Condividi questa opinione?
ROISS – La condivido a condizione che mi si consideri scrittore vulvologo virtuoso ed erudito, alternativo a ogni scrittore vulvomane approssimativo e maldestro.
I ANTICHI – Hai tradotto in versi tutti i tuoi innamoramenti?
ROISS – Soltanto i più significativi, a prescindere dal loro epilogo.
I ANTICHI – Ti hanno arricchito tutti?
ROISS – A conti fatti, tutti tranne uno che mi ha impoverito. Poiché l’ho condiviso a lungo con una donna mediocripositiva che si è rapportata a me applicando la formula: costi tuoi benefici miei / lavoro tuo plus valore mio / capitale tuo rendita mia / conoscenze tue per nuove relazioni mie.
I ANTICHI – Concludi con una dichiarazione.
ROISS – Dichiaro che i miei “Poemi Doping” costituiscono un prezioso campionario del mio vissuto e che li ho così ordinati a futura memoria della mia attività scrittòria, per connotarmi “diversamente anziano” trascorrendo gli anni successivi al mio 70°.
(Il libro può essere ordinato a www.iantichi.org, oppure a www.libreriaparolini.com)

Published by rossiroiss, on settembre 26th, 2008 at 2:54 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

ARREDO URBANO EFFIMERO E LUDICO L’OPEN 2008

SAGA ESPOSITIVA GRIFFATA LIDO DI VENEZIA Le sculture della esposizione “Open 2008” sono state rimosse il 29 settembre, dopo essere state arredo urbano effimero e ludico al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre, in concomitanza con i giorni della Mostra Internazionale del Cinema. Ben catalogate dall’editore Bellati, per l’autogratificazione di ognuno degli artisti esposti che enfatizzeranno la propria partecipazione come grande evento espositivo nel CV personale. Per l’undicesimo anno consecutivo l’agenzia organizzatrice Arte Communications del duo De Grandis – Tirkkonen ha impastato e cotto una ciambella redditizia (metaforizzando!), equivalente a una saga dell’arte eterogenea massmediatizzata in loco veneziano (e soltanto in loco veneziano) da pochi cronisti locali, con brevi testi informativi scevri da ogni esercizio esegetico: evento fungo nell’umus di un evento quercia. Per l’undicesimo anno consecutivo Paolo De Grandis ha venduto a scultori (e non) italiani e stranieri d’ambo i sessi la partecipazione alla sua “Open” griffata Lido di Venezia, attento a incrementare la redditività più che l’artisticità dell’iniziativa: tutto esponendo e di chiunque (nulla escludendo e tutto includendo), senza discriminare i carneadi noti a se stessi e ai compaesani, marginalizzati da curriculum espositivi autarchici e supportati da schede bio-bibliografiche carenti. Esemplari le brochures di Giulio Serafini, Leonardo Chionna e Vincenzo Musardo (per es.), un trio accreditato dalla Artisse s.r.l. che ha la sede a Mesagne (BR). Nato nel 1961 a Urbino e noto agli urbinati: diplomato dalla Scuola del Libro urbinate dove non insegnano a dipingere e neanche a scolpire (il Serafini). Dotato di una bibliografia firmata da recensori e presentatori della categoria squillo mercenaria, e notiziato nelle cronache locali da media pugliesi (il Chionna). Sprovvisto di notizie bio-bibliografiche rilevanti e di un CV espositivo esibibile (il Musardo). Per l’undicesimo anno consecutivo “Open” si è rivelata dotata di una doppia data di scadenza: quella calendariata (29 settembre) e quella effettiva (6 settembre) concomitante col giorno ultimo della Mostra Internazionale del Cinema, dopo il quale il Lido di Venezia torna ad essere location abitata e frequentata esclusivamente dai residenti, prevalentemente anziani intolleranti delle presenze occasionali o turistiche. Americanizzata con due sculture policrome e iperrealiste di Carole A. Feuerman straviste, perché straesposte nella location Giardini, durante i mesi della Mostra Internazionale d’Arte 2007 negli spazi extra Biennale del ristorante-bar Al Paradiso. Con tante partecipazioni asiatiche, per internazionalizzarla agli occhi e nelle opinioni dei partecipanti una-tantum nazionali: Mauro Benati, Damiano Canalini, Domenico di Genni, Paola Giordano, Mario Paschetta, Oliviero Rainaldi, Tobia Ravà, Giacomo Roccon, Barbara Taboni, Pier Toffoletti, Cristina Treppo, Giusepe Vigolo e Dania Canotto.

Published by rossiroiss, on settembre 23rd, 2008 at 2:19 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

ESTONIA E LETTONIA DIVERSAMENTE PRESENTI A VENEZIA

 

NELLA MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA 2008

Fra le 56 partecipazioni nazionali alla Mostra Internazionale di Architettura di Venezia (undicesima della serie, dal 14 settembre al 23 novembre 2008), l’Estonia si è data una notevole visibilità massmediatica internazionale e un gran numero di visitatori con ticket pagato, installando 70 metri (circa) del gasdotto della Gazprom in uno spazio en-plein-air dei Giardini: con tutti intorno i padiglioni storici di Francia, Inghilterra, Canada, Corea, Giappone, Germania e Russia. Il manufatto (in scala reale) intitolato “Gasitoru – Gas Pipe”, la cui installazione era stata annunciata tra le “attrazioni” sperimentali e provocatorie dell’Arsenale, si è rivelato, così, dotato di una carica simbolica pesante che è esplosa in un’area metaforica vastissima. Giudicato unanimemente: … atto di arte e architettura critiche, presa di posizione socio-politica inequivocabile degli artisti Maarja Kask, Neeme Kulm e Ralf Looke, tra ironia e senso di responsabilità, con l’intenzione di evidenziare la distonia tra tecnologia e forza della natura. Diversamente dalla Lettonia che si è data una visibilità masmmediatica autoreferenziale nazionale, destando la curiosità dei turisti in transito meno frettolosi, con un progetto di architettura d’interni realizzato da Eriks Bozis e Reinis Liepins. La creazione degli architetti lettoni, intitolata “Dust Room”, è stata realizzata nei pochi metriquadri del monovano di un ex negozio per souvenirs locato per l’occasione e contiguo a un bar nell’abitato cittadino, foderando le pareti interne con pannelli di color nero rotanti su appositi binari e sovrapponibili, illustrati da macro immagini fotografiche di polvere vista al microscopio in bianco e nero, segnalata free entrance ai passanti da una pedana nera esterna collocata sul suolo pubblico: il tutto rigorosamente in bianco e nero Un padiglione lillipuziano, perciò, e poco attraente il padiglione della Lettonia comparato alla installazione Gulliver vistosa dell’Estonia tra i padiglioni vip dei Giardini. Un manifesto d’intenti , l’installazione concepita e realizzata degli estoni svolgendo il tema sintetizzato dal titolo della mostra “Out There: Architecture Beyond Building”. Una struttura elementare, invece, la “scatola” artisticizzata dai lettoni, ignorando la struttura complessa e fantasiosa del “Castello della Luce” in costruzione a Riga, edificio molto discusso e da alcuni disprezzato, destinato a divenire nel tempo icona emblematica della Lettonia desovietizzata, commistione esemplare tra architettura, pittura e scultura: architettura liberata dai confini della scatola…come nei desideri degli organizzatori della Mostra veneziana. La Polonia è stata premiata come migliore partecipazione nazionale, lo studio Gregg Lynn Form per il miglior progetto, un promettente giovane architetto per il progetto “Elemental” del Chilean Group. Un Leone d’Oro alla carriera è stato assegnato a Frank O.Gehry, un Leone d’Oro Speciale allo storico dell’architettura James S.Ackerman. Tra i 50 progetti di studenti universitari di architettura (10 vincitori + 40 menzioni speciali), selezionati dal concorso on-line Everyville 2008 (www.everyville.labiennale.org), non risultano in concorso progetti di studenti universitari cittadini delle Repubbliche Baltiche.

Published by rossiroiss, on settembre 23rd, 2008 at 2:08 pm. Filled under: Agenda, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati