Enzo Rossi-Roiss

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SOLTANTO LINK AGIOGRAFICI E INGANNEVOLMENTE ENCOMIASTICI PRO DISEGNI DI BACON RAVARINIZZATI NELLA BACHECA FACEBOOK DELL’AVV. BOLOGNESE UMBERTO GUERINI


L’Avv. Umberto Guerini del foro bolognese ha postato nella sua Bacheca in Facebook (tra il 12 e il 21 luglio) tutti i link agiografici e ingannevolmente encomiastici (messuno escluso), tutti di seguito pro expo disegni firmati Francis Bacon, senza alcun link disagiografico/disagiante frapposto.
Ha postato, così, tutte le notizie web propagandistiche dei disegni firmati Francis Bacon esposti a Cento (FE) e Buenos Aires (Argentina), redatte replicando il già scritto velinato nei comunicati stampa e riassumendo il già pubblicato nei libri/cataloghi editi da Christian Maretti: senza alcun commento impertinente postato al seguito da facebookamici dissidenti, e ignorando la presenza nel web di ciò che ho scritto e postato in Facebook e nel mio blog, leggibile da chiunque cliccando:
- http://www.facebook.com/profile.php?id=1539771986&ref=profile#!/notes/enzo-rossi-roiss/di-francis-bacon-disegnatore-in-italia-pro-cristiano-ravarino-esposto-a-cento-do/422170098472
- http://www.facebook.com/profile.php?id=1539771986&ref=profile#!/notes/enzo-rossi-roiss/di-cristiano-ravarino-baconomofilo-dichiarato-beneficato-da-francis-bacon-con-di/423396743472
- http://www.iantichi.org/?q=node%2F481
- http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest&note_id=424387238472
- http://www.facebook.com/profile.php?id=1539771986&ref=profile#!/notes/enzo-rossi-roiss/del-baconologo-postumo-nomato-edward-lucie-smith-assoldato-per-accreditare-diseg/425795248472
Perchè l’avv. Umberto Guerini ha postato soltanto i link agiografici ingannevoli?
Per non smascherare la millanteria secondo la quale tali disegni “… se exhibieron en la última edición de la Bienal de Venecia 2009”: sapendo che nei cataloghi di tale Biennale non risulta pubblicata alcuna notizia della esibizione – neanche collaterale – di disegni baconeschi provenienti da Cristiano Ravarino.
Per non essere chiamato in causa come conoscitore di tutti i disegni oggetto di una vertenza giudiziaria conclusasi nel 2004 che lo ha ruolato avvocato difensore del Ravarino: una vertenza durante la quale non sono stati esaminati e giudicati anche tutti i disegni esposti a Cento (FE) e Buenos Aires, (73) catalogati (monografati) dal Maretti.
Per non pregiudicare la monetizzazione di tali disegni, presso eventuali amatori pinocchi allocchi, insediati nei territori marginali (terzi) dell’artisticità: abitati da collezionisti che ignorano i meccanismi che attivano e garantiscono (tutelano) la commercializzazione e capitalizzazione delle opere d’arte.
Per non esporsi a domande imbarazzanti relative allo stato dei rapporti più recenti e personali con i baconologi d’ufficio (o di complemento) assoldati per accreditare le expo già realizzate (Alessandro Riva, Duccio Trombadori e Alberto Agazzani, in primis), compreso il Massimo Scaringella, affaccendatosi come tramite per la expo a Buenos Aires (autoruolandosi baconologo debuttante per grazia curatoriale ricevuta), quasi certamente redditato per altre prestazioni professionali da un Ministero della Repubblica Italiana.
Per non rivelarsi leader del trio Ravarino-Guerini- Maretti, inequivocabilmente boss in faccende organizzative e promozionali per referenziare, con expo allestite in locations raggiungibili percorrendo vie faccendierate amicali, oppure vie pedaggiate trasversali, 100 e più disegni baconeschi ravarinizzati valutabili 7 milioni di euro (complessivamente): vagheggiando una vecchiaia dorata nella stagione degli over 60 (sapendosi bolognese nato nel 1947 a Lizzano in Belvedere).
Mi aspetto a questo punto che qualcuno dei neobaconologi si penta e mi scriva una lettera, come quella che segue, già scritta da Alberto Agazzani dopo aver “preso atto” che mi è congeniale scrivere con cognizione di causa.

Caro Rossi-Roiss
ho letto con molto interesse il Suo primo intervento in una pagina di Exibart, nella quale tal Biancardi di Cento, della cui esistenza in terra ho appreso in quest’occasione, cerca squallidamente e assurdamente di tirarmi in ballo dopo le (comprensibili e condivisibili) polemiche che lo hanno investito. Al di là di questa squallida vicenda, della quale s’incaricherà la Procura,visti i risvolti calunniosi nei miei confronti, mi interessa molto il suo parere sull’operazione, considerando che la mostra veneziana dei disegni attribuiti a Bacon di Cristiano Ravarino è stata curata anche dal sottoscritto, insieme ad Edward Lucie-Smith.
Il mio saggio in catalogo è stato duramente criticato da Maretti e da Guerini perchè, a loro dire, lasciava ancora ampio spazio al (doveroso) dubbio, quando invece s’aspettavano, come pare abbia fatto Sgarbi, un’assoluta certificazione (valida solo nel loro cervello) dell’autenticità di quelle carte.
Visti i passi successivi dai quali mi sono subitamente tirato fuori (una mostra a Milano in uno spazio notoriamente in affitto, Palazzo Durini e l’inopportuna mostra a Cento, luogo ameno ma scomodissimo, sopra tutto con 40° all’ombra, nonchè il coinvolgimento di un collega tristemente condannato in due gradi di giudizio per abusi su minori), non ritenendo opportuni questi passi.
Se i disegni sono autentici, perchè esporli in uno spazio in affitto e non a Palazzo Reale? Perchè coinvolgere critici per lo più prezzolatissimi e dall’autorità baconologica pressoché nulla (compreso lo scrivente, che però ha prestato la sua opera a titolo totalmente gratuito) e nessuno, tranne forse Lucie-Smith, internazionalmente riconosciuto?
Io curerò tre mostre in autunno con questi disegni, ma verranno chiaramente indicati come “attribuiti”: 2 a Berlino ed una a Guastalla assieme a disegni, quelli autentici e autografi, di Balthus. Ovviamente senza contatto nè apporto alcuno del duo Maretti & Guerini, sorta di gatto e di volpe, in quanto i personaggi proprio non mi convincono (e basterebbe questo per aggiungere altri legittimi dubbi alla storia narrata da Ravarino).
Ma chi sono questi due personaggi??
Altra domanda: Ravarino ha veramente conosciuto Bacon?
Non ci sono foto assieme, non ci sono testimoni reali e tangibili della loro frequentazione, non ci sono lettere, biglietti, missive… Idem per i disegni, il cui numero cresce a vista d’occhio…
Non so francamente che pensare.
Cordialità e complimenti per la lucidità coraggiosa dei suoi interventi.

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Postato anche come NOTA in Facebook e in http://lampisterie.ilcannocchiale.it/

L’avv. Umberto Guerini (a sinistra) con Vittorio Sgarbi e l’assessore Daniele Biancardi a Cento



Published by rossiroiss, on luglio 24th, 2010 at 6:27 pm. Filled under: Enzo Rossi-Ròiss32 Comments

CAVE LOLITA TIMOFEEVA !!! RISARCITA CON ZERO EURO DA QUATTROVENTI

Al termine di una vertenza giudiziaria intrapresa per danneggiarmi trasversalmente, danneggiando direttamente la casa editrice QuattroVenti di Urbino, la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva è stata risarcita con zero euro, danneggiandosi irreparabilmente, come risulta scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di Bologna (n.808/2010).
Un giudice ha sentenziato ciò considerando esagerato il risarcimento di 56.000 euro richiesto, poichè è risultato ingannevole e inconsistente l’internazionalità della sua notorietà artistica, esibita dal suo avvocato difensore senza adeguati supporti internazionali documentali relativi al mercanteggiamento delle sue opere (un’opera soltanto venduta all’asta a Prato nel 1998 dalla casa d’aste Farsetti, mio tramite), ne alcuna dichiarazione di redditi adeguati alla somma indicata.
Zero euro di risarcimento, quindi, per aver pubblicato nel mio libro “Mondo lettone made in Italy” un suo “Autoritratto”, senza la sua autorizzazione: zero euro che costituiscono un bottino vistosamente magro, comparato al grasso bottino vagheggiato.
La sentenza è stata emessa al termine del cosìddetto Primo Grado, è non è stata impugnata dalla Timofeeva (termine ultimo il 30 giugno 2010) per evitarsi il peggio di una sentenza di secondo grado totalmente favorevole all’editore, con spese legali onerose a carico della parte ricorrente. Quasi certamente consigliata a far ciò da Annalisa Di Benedetto, suo avvocato di fiducia, ombra (controfigura) dell’avvocato Lavinia Savini soggettista e regista dell’impresa giudiziaria.
La casa editrice QuattroVenti ha pagato il costo della vertenza fatturato dalla Di Benedetto con bonifico bancario del valore di Euro 7.436,66, comprensivo di euro 2.800 per onorari liquidati ed euro 1.154,32 per l’Iva 20%, sommando gli altri euro come spese per diritti legali vari. Bottino magro anche per le due avvocatesse, perciò.
Una domanda è d’obbligo porla, a questo punto (concludendo): Quali e quante negatività determinerà tale sentenza nell’attività interrelazionale della Timofeeva, sempre più in difficoltà per quanto riguarda l’esposizione delle sue opere in locations dotate di plus-valore e la loro commercializzazione in fiere dell’arte e gallerie d’arte manageriali?
Sapendo che la Timofeeva è considerata straniera a Riga, la sua città natale in Lettonia, dove risulta relazionata soltanto a chi dirige attualmente il Latvia Museum of Foreign Art, per la cui direzione futura è in atto una lotta a fil di coltello per conservare l’incarico, oppure subentrare all’incaricata. Sapendo che come artista risulta misconosciuta o disistimata da ogni altra Istituzione artistica lettone, inibita a rappresentare la Repubblica di Lettonia all’estero perché cittadina italiana dal 1993. Sapendo che può recarsi là dove, di volta in volta, considera possibile proprorsi e promuoversi soltanto percorrendo via amicali omologhe. Sapendo che i comportamenti sleali generano accadimenti letali: poichè chi semina slealtà, raccoglie calamità.
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(Postato anche in: www.lampisterie.ilcannocchiale.it)
Published by rossiroiss, on luglio 18th, 2010 at 6:13 pm. Filled under: Enzo Rossi-Ròiss1 Comment