Enzo Rossi-Roiss

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DOSSIER PIERO MANZONI TOMO SECONDO LAVORI IN CORSO

LAVORI IN CORSO PER IL TOMO SECONDO

DEL “DOSSIER PIERO MANZONI “

LEGGERE COPIARE E DIVULGARE

Considerando che Piero Manzoni è morto in solitudine il 6 febbraio 1963, disagiato dal clima invernale nel suo atelier milanese (in via Fiori Chiari 16), con nessuna opera disponibile in tale luogo per essere ereditata dalla madre e dalle sorelle (2) e fratelli (2). (Ho appreso della sua morte nel bar di via Fiori Chiari, in angolo con via Brera: proveniente dal numero 11 di via Brera, l’indirizzo della rivista d’arte e letteratura “Nucleo D” da me redatta e diretta).

Considerando che le prime opere di Piero Manzoni in bella vista sui muri delle abitazioni occupate dai suoi parenti, è possibile documentarle possedute e presenti (fotografate) soltanto in anni successivi al 1963, sempre più numerose durante gli Anni 70: anni delle prime esposizioni postume celebrative e dei lavori compiuti (dal duo Celant-Prearo) per realizzare approssimativamente la prima “catalogazione generale” nel 1975, con 802 riproduzioni fotografiche di altrettanti “oggetti materiali” eterogenei inventariati come “opere” autentiche. (Catalogazione indagata e dossierata nel mio “Dossier Piero Manzoni – tomo primo”, Edizioni Svolta 1991).

Considerando che Piero Manzoni vivente non ha autografato le sue opere titolate “Achrome” e che gli esaminatori al servizio dell’Archivio autenticatorio sono tutti esaminatori esperti postumi: Flaminio Gualdoni, compreso, esegeta ortodosso e biografo manzonodulo, intellettualizzato da arredo pilifero facciale contrapposto alla mancanza somatica di arredo pilifero craniale.

Considerando che risultano numerose le opere di Piero Manzoni giudicate non autentiche e perciò discriminate (penalizzate), con diffida dell’Archivio familistico a mercanteggiarle con profitto: tutte opere da riesaminare, eventualmente, che sono disposto a pubblicizzare come illustrazioni del mio “Dosssier Piero Manzoni – tomo secondo”, già disponibile per essere realizzato cartaceo, anticipandolo (eventualmente) e-book.

Considerando l’alto costo delle opere di Piero Manzoni in vendita nelle fiere dell’arte e presso le case d’asta, accreditate come opere autentiche dall’Archivio Opera Piero Manzoni: un Archivio familistico detentore del copyright ereditato e beneficiario del cosiddetto “diritto di seguito” indotto.

Considerando ogni opera di Piero Manzoni incontestabilmente autentica, posseduta da collezionista privato o istituzione museale pubblica, patrimonio culturale nazionale (conseguentemente collettivo) bisognoso di tutela giuridica ineccepibile.

Considerando meritevole di essere presa in considerazione la “vox populi” che giudica copie conformi o ripetizioni differenti postume molte delle opere achrome di Piero Manzoni accreditate e catalogate (collezionate) come opere autetiche dall’Archivio Opera Piero Manzoni.

Scrivo ciò e lo divulgo googlizzato perchè sia considerato:

1) – OPPORTUNO sollecitare il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Piazza Sant’Ignazio 152 – Roma), con un esposto, redatto ad hoc da uno studio legale e sottoscritto da un cittadino italiano anagrafato Rossi, mirato a promuovere un intervento deciso d’ufficio, con l’intenzione di sottoporre ad esami scientifici comparati opere di Piero Manzoni discriminate perché giudicate opere inautentiche dall’Archivio familistico , con opere similari mercanteggiate come opere autentiche accreditate e catalogate dallo stesso Archivio, comprese quelle possedute come beni famigliari, sia ereditati sia acquisiti (capitalizzati) post mortem dell’Artista.

2) – LEGITTIMO il suggerimento che tali esami siano eseguiti dagli esperti carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS).

3) – NECESSARIO cominciare con la identificazione e acquisizione del DNA dell’Artista (rilevabile esaminando i “Fiati d’Artista”, per es.), e cercarlo in ogni altra opera: prelevando anche impronte digitali da opere sicuramente “manufatte” dal Manzoni, per la rilevazione di impronte simili in ogni altra opera similare.

4) – DETERMINATO SCIENTIFICAMENTE l’anno di produzione dei variegati materiali costitutivi delle opere (autenticate e non autenticate) “archiviate” (legno, caolino, tela, cotone idrofilo, fibre varie, pani, uova, polistirolo, sassetti, chiodi, piombature, cordicelle, resine, collanti, ceralacca, etc.), per il riconoscimento di materiali eventualmente prodotti, commercializzati e manipolati durante gli anni successivi al 1963.

5) – ESAMINATO E RICONOSCIUTO (specificato) mediante TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) il contenuto delle scatolette etichettate “Merda d’Artista”, e delle opere costituite da pacchi sigillati accorpati sovrapposti a tele con etichette metalliche.

6) – GENERARE una “class action” finalizzata all’ottenimento della esecuzione di esami scientifici di tutte le opere “Achromes” archiviate, comparati ad esami simili di opere non archiviate similmente costituite, come risulta auspicato in un mio post precedente così linkato: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2826305.html

Nel mio sito web è possibile leggere alcuni testi del mio “Dossier” (tomo secondo) così linkato: http://www.rossiroiss.it/wordpress/dossier-piero-manzoni-tomo-secondo
Al mio idirizzo mail è possibile inviare testi e riproduzioni documentali di opere attribuibili a Piero Manzoni non autenticate dall’Archivio Opera Piero Manzoni, con autorizzazione a pubblicarle.

Published by rossiroiss, on febbraio 3rd, 2015 at 6:51 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati